Storia e restauro
IL CASTELLO
Il castello Alfonsino, un gioiello dell’architettura militare situato sull’isola di Sant’Andrea all’imboccatura del porto interno di Brindisi, è il simbolo del conflitto tra la cristianità e l’islamismo.
È conosciuto anche con il nome di castello aragonese, di mare o rosso per la colorazione che la pietra di costruzione, il carparo, assume al tramonto. La fortezza rappresenta, insieme al castello svevo, uno dei due baluardi di difesa presenti in città.

Tra il 1059 e il 1348 l’isola di Sant’Andrea ospitò l'Abbazia benedettina di Sant'Andrea dell'Isola.
Nel 1481, su iniziativa di Alfonso d'Aragona, sull'isola ormai abbandonata fu edificata una prima rocca, detta “Alfonsina”, a protezione del porto, successivamente dotata di due baluardi difensivi, della darsena quadrangolare e di un salone di rappresentanza.
Nel 1558, durante il regno di Filippo II, la fortezza venne ulteriormente ampliata verso settentrione con la costruzione del Forte a Mare il quale ospitava anche un centinaio di alloggiamenti per le truppe e ampi spazi deposito.
La parte dell’isola non occupata da strutture militari, ospitò un lazzaretto, edificato nel Settecento per volere di Carlo III di Borbone e rimasto in uso fino ai primi del XIX secolo.
A partire dal 1868, l'isola fu unita alla terraferma mediante la diga di Bocche di Puglia e nel 1892 sulla Rocca Alfonsina fu innalzato un nuovo faro.
Agli inizi del Novecento, il Castello fu trasformato in arsenale fino a quando la Marina Militare nel 1983 lo dismise. Da quel momento inserito nel Demanio storico artistico, è stato concesso in uso governativo al Ministero della Cultura - Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Province di Brindisi e Lecce.
Il Ministero dei Beni Culturali – Segreteria Regionale per la Puglia, nell’ambito del progetto PON “Cultura e Sviluppo”, ha avviato i lavori di restauro e rifunzionalizzazione del Forte a Mare, al fine di renderlo fruibile in tutte le sue parti.
Tra il 2018 e il 2019 i primi interventi hanno consentito di dotare le sale del primo piano di illuminazione e di una sala multimediale immersiva, mentre all’esterno è stata ripristinata e consolidata con materiali alternativi la continuità muraria del camminamento di ronda, sono state riportate a vista le murature e sono stati eseguiti interventi utili all’individuazione di percorsi naturalistici.
Nella seconda fase, tra il 2022 e il 2024, sono stati completati altri interventi conservativi, in particolare sugli elementi lapidei e decorativi, quali stemmi e fregi.
Data la vicinanza ad insediamenti dell’età del Bronzo, durante i lavori di restauro, le indagini archeologiche hanno consentito di individuare una frequentazione dei siti a partire dal Paleolitico superiore.
